Ecco tutto quello che c'è da sapere sull'influenza secondo il Ministero della Sanità!

Da SanremoNews di domenica 18 novembre 2018, 06:00:

A cura di Roberto Pioppo.

Questa settimana vorrei pubblicare il vademecum edito dal Ministero della
Sanità sull'influenza stagionale, i rischi , sicurezza ed importanza della
vaccinazione antinfluenzale.
FAQ - Influenza e vaccinazione antinfluenzale (articolo completo)
Ultimo aggiornamento: 4 ottobre 2018.

1. Che cos'è l'influenza?
L'influenza è una malattia provocata da virus (virus influenzali) che
infettano le vie aeree (naso, gola, polmoni). Spesso vengono impropriamente
etichettate come "influenza" diverse affezioni delle prime vie respiratorie,
sia di natura batterica che virale, che possono presentarsi con sintomi
molto simili. Nello stesso periodo dell'anno in cui la circolazione dei
virus influenzali è massima (in Italia solitamente in autunno-inverno)
possono contemporaneamente circolare molti altri virus che provocano
affezioni del tutto indistinguibili, dal punto di vista clinico,
dall'influenza (Adenovirus, Rhinovirus, virus sinciziale respiratorio etc.).

2. Quali sono i sintomi dell'influenza?
I sintomi dell'influenza includono tipicamente l'insorgenza improvvisa di
febbre alta, tosse e dolori muscolari. Altri sintomi comuni includono mal di
testa, brividi, perdita di appetito, affaticamento e mal di gola. Possono
verificarsi anche nausea, vomito e diarrea, specialmente nei bambini. La
maggior parte delle persone guarisce in una settimana o dieci giorni, ma
alcuni soggetti (quelli di 65 anni e oltre, bambini piccoli e adulti e
bambini con patologie croniche), sono a maggior rischio di complicanze più
gravi o peggioramento della loro condizione di base.

3. Come si trasmette l'influenza?
L'influenza si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline di saliva e
le secrezioni respiratorie, in maniera:
· diretta (tosse, starnuti, colloquio a distanza molto ravvicinata)
· indiretta (dispersione delle goccioline e secrezioni su oggetti e
superfici).
Per questa ragione è fortemente raccomandato seguire alcune precauzioni
generali, come:
· evitare luoghi affollati e manifestazioni di massa
· lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e sapone; in
alternativa possono essere usate soluzioni detergenti a base di alcol o
salviettine disinfettanti
· evitare di portare le mani non pulite a contatto con occhi, naso e
bocca
· coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si
tossisce e starnutisce e gettare il fazzoletto usato nella spazzatura
· aerare regolarmente le stanze dove si soggiorna.
Una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie è essenziale nel
limitare la diffusione dell'influenza.

4. Da quando e per quanto tempo una persona con influenza è contagiosa per
gli altri?
I pazienti affetti da influenza sono già contagiosi durante il periodo d'incubazione,
prima della manifestazione dei sintomi.
Una persona adulta può trasmettere il virus da tre a sette giorni dopo l'inizio
della malattia. I bambini invece sono contagiosi più a lungo.

5. Si può allattare con l'influenza?
Il virus influenzale è diffuso in tutto l'organismo e quindi anche nel
latte, dove peraltro sono presenti anche gli anticorpi. La trasmissione
dell'infezione, però, avviene soprattutto per via "aerea", quindi, per
evitare di contagiare il bambino è consigliabile allattare mettendo una
mascherina sulla bocca.

6. Quali sono le complicanze dell'influenza?
Le complicanze dell'influenza vanno dalle polmoniti batteriche, alla
disidratazione, al peggioramento di malattie preesistenti (quali ad esempio
il diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie
croniche ), alle sinusiti e alle otiti (queste ultime soprattutto nei
bambini).
Sono più frequenti nei soggetti al di sopra dei 65 anni di età e con
condizioni di rischio. Alcuni studi hanno messo in evidenza un aumentato
rischio di malattia grave nei bambini molto piccoli e nelle donne incinte.
Tuttavia, casi gravi di influenza si possono verificare anche in persone
sane che non rientrano in alcuna delle categorie sopra citate.

7. È possibile prevedere l'andamento della prossima stagione influenzale?
No. L'influenza è una malattia che ricorre in ogni stagione invernale; ma
può avere un andamento imprevedibile e, ogni anno, impegna importanti
risorse del SSN.

8. Come si previene l'influenza?
Ci sono alcune semplici azioni che aiutano a prevenire la diffusione di
malattie infettive in generale, e quelle che si trasmettono per via aerea
come l'influenza:
· Lavare spesso le mani con acqua e sapone, e in particolare dopo avere
tossito e starnutito, o dopo avere frequentato luoghi e mezzi di trasporto
pubblici; se acqua e sapone non sono disponibili, possibile usare in
alternativa soluzioni detergenti a base di alcol.
· Coprire naso e bocca con un fazzoletto (possibilmente di carta)
quando si tossisce e starnutisce e gettare immediatamente il fazzoletto
usato nella spazzatura o nella biancheria da lavare.
· Evitare di toccare occhi, naso e bocca con le mani non lavate; i
germi, e non soltanto quelli dell'influenza, si diffondono in questo modo.
· Rimanere a casa se malati, evitando di intraprendere viaggi e di
recarvi al lavoro o a scuola, in modo da limitare contatti possibilmente
infettanti con altre persone, nonché ridurre il rischio di complicazioni e
infezioni concomitanti (superinfezioni) da parte di altri batteri o virus.
Sebbene un gesto semplice ed economico, come il lavarsi spesso le mani, in
particolare dopo essersi soffiati il naso o aver tossito o starnutito, sia
sottovalutato, esso rappresenta sicuramente l'intervento preventivo di prima
scelta, ed è pratica riconosciuta, dall'Organizzazione Mondiale della
Sanità, tra le più efficaci per il controllo della diffusione delle
infezioni anche negli ospedali.
Oltre a queste regole igieniche, è possibile prevenire l'influenza anche
mediante la somministrazione di vaccini specifici antinfluenzali; sono
disponibili anche farmaci antivirali dotati di azione specifica contro i
virus influenzali; il loro impiego a scopo preventivo è riservato a
situazioni particolari, ovvero in soggetti in cui l'influenza rappresenta
un alto rischio ma non è possibile utilizzare il vaccino a causa di
controindicazioni.

9. In quale periodo è possibile vaccinarsi?
Il periodo destinato alla conduzione delle campagne di vaccinazione
antinfluenzale è, per la nostra situazione climatica e per l'andamento
temporale mostrato dalle epidemie influenzali in Italia, quello autunnale, a
partire dalla metà di ottobre fino a fine dicembre, fatte salve specifiche
indicazioni, che saranno fornite se particolari eventi legati ai vaccini e/o
l'andamento epidemiologico stagionale dell'influenza lo richiederanno.

10. Quali tipi di vaccino antinfluenzale sono disponibili in Italia?
I vaccini disponibili in Italia sono:
· Vaccini influenzali inattivati (VII)
Si tratta di un mix di vaccini a virus split e subunità. Nei vaccini split,
il virus è stato distrutto da un detergente. Nei vaccini a subunità, HA e NA
sono stati ulteriormente purificati mediante la rimozione di altri
componenti virali.
Attualmente in Italia sono disponibili Vaccini antInfluenzali Trivalenti
(TIV) che contengono 2 virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e un virus di tipo B e
vaccini quadrivalentiche contengono 2 virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e 2
virus di tipo B.
Uno dei prodotti trivalenti contiene l'adiuvante MF59, un'emulsione
olio-in-acqua composta da squalene come fase oleosa. Gli altri prodotti
inattivati non contengono un adiuvante.
· Vaccino influenzale vivo attenuato quadrivalente (LAIV)
E' un vaccino influenzale vivo attenuato somministrato con spray intranasale
e autorizzato per l'uso in persone di età compresa tra 2 e 59 anni. I ceppi
influenzali contenuti nel quadrivalente sono attenuati in modo da non
causare influenza e sono adattati al freddo e sensibili alla temperatura, in
modo che si replichino nella mucosa nasale piuttosto che nel tratto
respiratorio inferiore
Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-19 non fa riferimento a
specifiche caratteristiche di ciascun vaccino, in considerazione dell'evoluzione
scientifica e tecnologica del settore; viceversa raccomanda il
raggiungimento della massima protezione possibile in relazione al profilo
epidemiologico prevalente e alla diffusione dei ceppi.
In considerazione del fatto che, per il quarto anno consecutivo, si è
verificato il mis-match tra il ceppo circolante predominante dell'influenza
B e il ceppo presente nel vaccino trivalente, il Centro Europeo per il
controllo delle Malattie (ECDC) raccomanda ai Paesi Membri l'uso del vaccino
quadrivalente. Pertanto, sarebbe preferibile, a partire dai 6 mesi d'età, l'utilizzo
del QIV per l'immunizzazione dei bambini e degli adolescenti, degli
operatori sanitari, degli addetti all'assistenza e degli adulti con
condizioni di malattia cronica.
Nelle gravide, dato che il rischio maggiore è rappresentato dalle infezioni
da virus A/H1N1pdm09, è possibile somministrare sia la formulazione
trivalente che quadrivalente.
I vaccini stagionali adiuvati con MF59 sono autorizzati, al momento, per l'immunizzazione
dei soggetti di età ?64 anni. La funzione degli adiuvanti è quella di
potenziare la risposta immunitaria alla vaccinazione; per questo trovano
particolare indicazione per l'immunizzazione dei soggetti anziani e di
quelli poco rispondenti.
Il vaccino trivalente (TIV) adiuvato e non, e il quadrivalente (QIV) sono i
prodotti raccomandati per gli adulti di età ? 65 anni.
Dato il peso della malattia influenzale da virus A (H3N2) nei grandi anziani
(75+) e l'evidenza di una migliore efficacia in questo gruppo di età, si
prevede che, in questa categoria, la formulazione adiuvata del vaccino TIV,
dovrebbe fornire una protezione superiore rispetto al vaccino non adiuvato
trivalente e quadrivalente.

11. Per chi è raccomandata la vaccinazione antinfluenzale?
Il vaccino antinfluenzale è indicato per tutti i soggetti che desiderano
evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche
controindicazioni.
Tuttavia, in accordo con gli obiettivi della pianificazione sanitaria
nazionale e con il perseguimento degli obiettivi specifici del programma di
immunizzazione contro l'influenza, tale vaccinazione viene offerta
attivamente e gratuitamente ai soggetti che per le loro condizioni personali
corrano un maggior rischio di andare incontro a complicanze nel caso
contraggano l'influenza.
Sulla base della Circolare del Ministero della Salute Prevenzione e
controllo dell'influenza: raccomandazioni per la stagione 2018-2019, la
vaccinazione antinfluenzale è raccomandata per:
Persone ad alto rischio di complicanze o ricoveri correlati all'influenza
· Donne che all'inizio della stagione epidemica si trovano nel secondo
e terzo trimestre di gravidanza
· Soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti da patologie che
aumentano il rischio di complicanze da influenza:
1. malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio (inclusa l'asma
grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia
cronico ostruttiva-BPCO)
2. malattie dell'apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie
congenite e acquisite
3. diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con BMI
>30)
4. insufficienza renale/surrenale cronica
5. malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie
6. tumori
7. malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di
anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV
8. malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali
9. patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
10. patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione
delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari)
11. epatopatie croniche.
· Soggetti di età pari o superiore a 65 anni.
· Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido
acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione
influenzale.
· Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per
lungodegenti.
Persone che possono trasmettere l'infezione a soggetti ad alto rischio
· Medici e personale sanitario di assistenza in strutture che,
attraverso le loro attività, sono in grado di trasmettere l'influenza a chi
è ad alto rischio di complicanze influenzali
· Familiari e contatti (adulti e bambini) di soggetti ad alto rischio
di complicanze (indipendentemente dal fatto che il soggetto a rischio sia
stato o meno vaccinato).
Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e
categorie di lavoratori
· Forze di polizia
· Vigili del fuoco
· Altre categorie socialmente utili potrebbero avvantaggiarsi della
vaccinazione, per motivi vincolati allo svolgimento della loro attività
lavorativa; a tale riguardo, è facoltà delle Regioni/PP.AA. definire i
principi e le modalità dell'offerta a tali categorie.
· Infine, è pratica internazionalmente diffusa l'offerta attiva e
gratuita della vaccinazione antinfluenzale da parte dei datori di lavoro ai
lavoratori particolarmente esposti per attività svolta e al fine di
contenere ricadute negative sulla produttività.
Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero
costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani
· Allevatori
· Addetti all'attività di allevamento
· Addetti al trasporto di animali vivi
· Macellatori e vaccinatori
· Veterinari pubblici e libero-professionisti
Altre categorie
· Donatori di sangue

12. I bambini devono fare la vaccinazione antinfluenzale?
Un bambino in buone condizioni di salute è in grado di reagire autonomamente
o con il semplice supporto di terapie sintomatiche nei confronti del virus
influenzale.
Tuttavia ci sono bambini per i quali la vaccinazione, non solo è utile come
mezzo di prevenzione collettiva ma è necessaria ai fini di una protezione
individuale, in quanto, in caso di malattie, potrebbero più facilmente
andare incontro a complicanze.
Sono bambini affetti da:
1. malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio (inclusa l'asma
grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia
cronico ostruttiva-BPCO)
2. malattie dell'apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie
congenite e acquisite
3. diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con BMI
>30)
4. insufficienza renale/surrenale cronica
5. malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie
6. tumori
7. malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di
anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV
8. malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali
9. patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
10. patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione
delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari)
11. epatopatie croniche.
I vaccini antinfluenzali non vanno somministrati nei piccoli di età
inferiore a 6 mesi; la vaccinazione della mamma e degli altri familiari, che
ne hanno cura, è una possibile alternativa per proteggerli in maniera
indiretta.

13. A chi rivolgersi per effettuare la vaccinazione?
Ogni Regione e Provincia Autonoma stabilisce le strutture deputate alla
vaccinazione.
Oltre ai Servizi di vaccinazione dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL,
partecipano alle attività di vaccinazione anche i Medici di Medicina
Generale ed Pediatri di libera scelta.

14. Quali sono le modalità di somministrazione del vaccino?
Una sola dose di vaccino antinfluenzale è sufficiente per i soggetti di
tutte le età, con esclusione dell'età infantile. Infatti, per i bambini al
di sotto dei 9 anni di età, mai vaccinati in precedenza, si raccomandano due
dosi di vaccino antinfluenzale stagionale, da somministrare a distanza di
almeno quattro settimane. Il vaccino antinfluenzale, va somministrato per
via intramuscolare ed è raccomandata l'inoculazione nel muscolo deltoide per
tutti i soggetti di età superiore a 2 anni; nei bambini fino ai 2 anni e nei
lattanti la sede raccomandata è la faccia antero-laterale della coscia.

15. Se si è già avuta la malattia, si può essere vaccinati lo stesso?
La vaccinazione avrà l'effetto di richiamare la memoria immunologica e si
avrà un aumento della risposta provocata dalla stessa vaccinazione (effetto
booster). La vaccinazione di un soggetto già immune per effetto della
malattia "naturale" non comporta aumentato rischio di effetti collaterali.

16. I pazienti immunodepressi possono effettuare la vaccinazione?
Il vaccino antinfluenzale stagionale, non contiene virus viventi, bensì
soltanto gli antigeni di superficie del virus influenzale; quindi, anche
nelle persone immunodepresse (per effetto di terapie immunosoppressive o per
effetto di altre patologie) la somministrazione del vaccino antinfluenzale è
sicura; tra l'altro, la circolare dedicata alla prevenzione dell'influenza
stagionale, indica espressamente le persone con malattie congenite ed
acquisite che comportino carente produzione di anticorpi e quelle con
immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV tra i soggetti destinatari
dell'offerta della vaccinazione.

17. I pazienti con malattie autoimmuni possono effettuare la vaccinazione?
Nel caso delle malattie autoimmuni, che sono molte e molto diverse tra loro
per origine e decorso, è bene che sia fatta una attenta valutazione caso per
caso, da parte dello specialista che segue il paziente. E' possibile, in
questi casi, ricorrere a profilassi alternative, quali la vaccinazione dei
contatti familiari, l'uso degli antivirali in caso di necessità, e una
attenta profilassi di tipo comportamentale.

18. La vaccinazione antinfluenzale può causare malattie croniche?
I dati attuali indicano che i vaccini antinfluenzali non inducono nei
vaccinati alcuna malattia cronica né ne aggravano il decorso quando queste
sono preesistenti alla vaccinazione.
E' necessaria una attenta valutazione per chiarire se eventi avversi (per
evento avverso si intende un qualsiasi peggioramento dello stato di salute
preesistente del soggetto vaccinato) che si verificano dopo una vaccinazione
per l'influenza umana, siano in realtà causati dalla vaccinazione
antinfluenzale eseguita o siano dovuti ad una pura coincidenza temporale.
Le campagne di vaccinazione (così come tutti i programmi di vaccinazione
universale quali le vaccinazioni raccomandate o obbligatorie per l'infanzia)
sono accompagnate da programmi di farmacovigilanza.

19. La vaccinazione antinfluenzale può causare la sindrome di Guillain Barrè
(GBS)?
La sindrome di Guillain Barrè (GBS) è una malattia acuta immunomediata del
sistema nervoso periferico che si manifesta con estrema debolezza muscolare
fino alla paresi/paralisi.
La maggior parte delle persone colpite dalla sindrome di Guillain Barrè
guarisce completamente ma in alcuni soggetti questa debolezza muscolare può
perdurare e diventare cronica.
È importante sottolineare che casi di GBS si verificano comunemente in
seguito ad un'infezione gastrointestinale o un'infezione respiratoria acuta
tra cui l'influenza per cui la vaccinazione antinfluenzale può
effettivamente ridurre il complessivo rischio di GBS prevenendo l'influenza.
I dati sull'associazione tra GBS e vaccinazione antinfluenzale stagionale
sono variabili e incoerenti in tutte le stagioni influenzali. Se c'è un
aumento del rischio di GBS dopo la vaccinazione antinfluenzale, è piccolo,
nell'ordine di uno o due casi di GBS aggiuntivi per milione di dosi di
vaccino antinfluenzale somministrati. Alla luce delle evidenze disponibili
l'immunizzazione annuale con il vaccino influenzale è un'importante pratica
di sanità pubblica che deve essere continuata e incoraggiata per prevenire
la morbosità e la mortalità da questa importante malattia.

20. Il vaccino antinfluenzale può essere somministrato contemporaneamente ad
altri vaccini?
Il vaccino antinfluenzale non interferisce con la risposta immune ad altri
vaccini inattivati o vivi attenuati. Il vaccino inattivato dell'influenza
può essere somministrato insieme ad altri vaccini iniettabili, a condizione
però che i due vaccini vengano somministrati in siti di iniezione differenti
e, comunque, è bene chiedere informazioni al proprio medico curante o al
medico vaccinatore.

21. Possono essere usati farmaci per curare le infezioni da virus
influenzali nell'uomo?
Ogni farmaco, in quanto tale, va rigorosamente prescritto dal proprio medico
di riferimento (medico di famiglia, pediatra, ginecologo, cardiologo o altro
specialista) previa visita medica.

22. Che differenza c'è tra vaccino e farmaco antivirale?
Gli antivirali sono medicinali usati per il trattamento dell'influenza. Se
assunti tempestivamente entro 48 ore dalla comparsa dei sintomi, possono
ridurre i sintomi, la durata della malattia e le complicanze dell'influenza.
Possono ridurre la capacità del virus di replicarsi( e quindi la durata del
periodo di contagiosità della persona infetta) ma non stimolano la
produzione di anticorpi come i vaccini e quindi non danno protezione
immunitaria.
Nei bambini e negli adolescenti, l'uso degli antivirali deve essere limitato
a:
· bambini che accusano sintomi influenzali e che appartengono ai gruppi
a rischio per gravi complicanze
· bambini senza fattori di rischio, ma ricoverati in ospedale per
sintomi gravi (dispnea, ipossia, alterazioni del sensorio) attribuibili ad
una infezione da virus influenzali
· bambini a rischio di gravi complicanze, non vaccinati che abbiano
avuto contatti stretti con persone infette.
Nelle donne in stato di gravidanza l'uso dei farmaci antivirali deve essere
limitato a donne che presentino malattie croniche preesistenti alla
gravidanza, nonché ai casi di malattia influenzale con decorso complicato.
In questi casi il trattamento può essere effettuato anche nel I trimestre,
nel più breve tempo possibile dall'insorgere dei sintomi.

23. Chi autorizza l'uso dei vaccini?
L'uso dei vaccini è approvato dalle autorità regolatorie nazionali per i
farmaci. In Italia l'autorità regolatoria è l'Agenzia Italiana del Farmaco -
AIFA.
Oltre all'autorità regolatoria nazionale di ciascuno Stato Membro, nell'Unione
Europea esiste anche l'Agenzia Europea per la valutazione dei prodotti
medicinali, EMA (European Medicines Agency). L'EMA si avvale del parere di
Comitati di esperti e in particolare dal Comitato per i Prodotti Medicinali,
per autorizzare i farmaci e i vaccini.

24. I vaccini antinfluenzali sono sicuri?
I vaccini autorizzati per l'uso nell'uomo sono prodotti biologici sicuri
poiché sono sottoposti ad una serie di controlli accurati che vengono
effettuati sia durante la produzione e prima della loro immissione in
commercio, sia dopo la loro commercializzazione.
I controlli effettuati prima dell' immissione in commercio vengono attuati
allo scopo di verificare gli standard previsti dalle autorità internazionali
(Organizzazione mondiale della sanità e, per quanto riguarda l'Unione
europea, l'EMA) e nazionali.
Inoltre, per il monitoraggio della sicurezza dei vaccini l'AIFA cura l'attività
di gestione tecnico/amministrativa dei Certificati di Controllo di stato
(Batch Release) rilasciati dagli Official Medicines Control Laboratory
(OMCL) del network (OCABR) Official Control Authority Batch Release e dei
relativi casi di non conformità dei lotti sottoposti al controllo di stato
che viene effettuato dall'Istituto Superiore di Sanità.
Nella sorveglianza post-marketing, si valuta la corrispondenza ai requisiti
di Farmacopea posseduti al momento del rilascio e si verificano e
controllano le segnalazioni relative a difetti di qualità, effetti
indesiderati, reazioni ed eventi avversi.

25. Che cosa sono gli adiuvanti che si utilizzano nella composizione dei
vaccini?
Gli adiuvanti sono sostanze che vengono aggiunte al principio attivo del
vaccino per potenziare l'efficacia della risposta immunitaria alla
vaccinazione, per questo trovano particolare indicazione per l'immunizzazione
dei soggetti anziani e di quelli poco rispondenti.
Sono ampiamente usati da molti anni nella produzione di vaccini ed hanno
buoni livelli di sicurezza. I vaccini stagionali adiuvati con MF59 sono
autorizzati, al momento, per l'immunizzazione dei soggetti di età ?64 anni,
in quanto offrono una risposta immunitaria potenziata dalla presenza dell'adiuvante.

26. Cos'è un evento avverso al vaccino?
Si intende per Evento avverso, una qualsiasi manifestazione indesiderata che
può presentarsi durante un trattamento con un prodotto farmaceutico o la
somministrazione di un vaccino che non ha necessariamente una relazione
causale con questi.

27. Cos'è una reazione avversa al vaccino?
Si intende per Reazione avversa, la reazione, nociva e non intenzionale, ad
un medicinale impiegato alle dosi normalmente somministrate all'uomo a scopi
profilattici, diagnostici o terapeutici o per ripristinarne, correggerne o
modificarne le funzioni fisiologiche.
Una reazione avversa a un farmaco o a un vaccino, diversamente da un evento
avverso, è caratterizzata dal sospetto di relazione causale tra il farmaco o
vaccino e l'evento, l'esistenza di tale relazione deve essere poi valutata
sulla base di una serie di elementi che comprendono la relazione temporale,
presenza/assenza di cause alternative, plausibilità biologica, precedenti
evidenze etc.

28. Gli studi (trial) clinici identificano tutti i possibili effetti
collaterali o reazioni avverse?
No, gli studi clinici possono evidenziare solo glie eventi più frequenti.
Infatti gli studi clinici solitamente sono effettuati su un numero limitato
di soggetti e pertanto non possono evidenziare eventi rari, che invece
possono essere evidenziati e valutati soltanto quando il vaccino è
utilizzato in maniera massiva.
Inoltre dal monitoraggio delle segnalazioni che si ricevono una volta che il
prodotto è stato immesso in commercio e dalle informazioni che provengono da
altre fonti (studi post-marketing, letteratura etc.) possono derivare
informazioni di sicurezza più complete e specifiche anche per gruppi
particolari di soggetti riceventi il vaccino.

29. Quali sono gli effetti indesiderati attesi dopo vaccinazione
antinfluenzale?
Alla vaccinazione antinfluenzale possono essere associati alcuni effetti
indesiderati, la loro frequenza dipende dal tipo di vaccino, da come viene
somministrato e dall'età della persona vaccinata. I vaccini inattivati,
somministrati per mezzo di iniezione intramuscolare, possono causare
comunemente reazioni locali come dolenzia e arrossamento nel punto di
iniezione e, meno spesso, febbre, dolori muscolari o articolari o mal di
testa.
Questi sintomi generalmente sono modesti e non richiedono cure mediche,
risolvendosi con trattamenti sintomatici (antipiretici, analgesici) nel giro
di un paio di giorni. Febbre, dolori e mal di testa possono manifestarsi più
frequentemente nei bambini e ragazzi rispetto alle persone anziane.
Raramente i vaccini antinfluenzali a base di virus inattivati possono
causare reazioni allergiche come orticaria, rapida tumefazione nel punto di
inoculazione, asma o gravi manifestazioni allergiche sistemiche
(generalizzate) dovute ad ipersensibilità nei confronti di determinati
componenti del vaccino.

30. C'è il rischio di contrarre l'influenza dal vaccino stesso?
I vaccini inattivati contengono il virus ucciso o parti di questo (antigeni
di superficie emoaglutinina e neuroaminidasi, subunità virali) che non
possono causare alcuna malattia. I vaccini a base di virus vivente (non
usati in Italia) contengono l'elemento virale ma questo è stato attenuato
per cui non è in grado di causare la malattia. In entrambi i casi, la
somministrazione del vaccino può causare lievi effetti collaterali
caratterizzati da una sintomatologia simile a quella dell'influenza, ma
molto meno marcata.

31. Come vengono segnalate le reazioni avverse e gli eventi avversi a
vaccinazione?
In Italia la sorveglianza degli eventi avversi a seguito di vaccinazione è
da anni parte integrante dei programmi per le vaccinazioni obbligatorie e
raccomandate per bambini e adulti.
L'AIFA riceve le segnalazioni di eventi avversi a vaccino nel quadro del
sistema generale di farmacovigilanza (Rete Nazionale di
Farmacovigilanza-RNF). E' il medico che osserva, o a cui viene riferita la
reazione avversa (il medico vaccinatore, il pediatra o il medico di medicina
generale, a seconda dei casi) a notificare il caso alla Azienda Sanitaria
Locale di appartenenza, tramite i referenti locali e regionali per la
farmacovigilanza. L'informazione viene inserita nel database nazionale,
utilizzando anche un sistema informatizzato appositamente predisposto allo
scopo.
Le reazioni avverse possono essere segnalate anche da altri operatori
sanitari (farmacisti, infermieri, ecc.) o dai cittadini (Decreto
Ministeriale 30 aprile 2015).

32. Cosa accade quando viene notificata una reazione o un evento avverso a
vaccino?
A livello nazionale, le notifiche individuali vengono esaminate per
verificare la completezza e possibili errori. In alcuni casi, le
segnalazioni devono essere validate attraverso la verifica di ulteriori
dettagli.
Le segnalazioni vengono analizzate per valutare se gli eventi comunque
attesi siano più frequenti di quanto ci si aspetta.
Se l'analisi indica un potenziale problema, vengono condotti ulteriori
approfondimenti e vengono informate tutte le autorità nazionali ed
internazionali interessate in modo da prendere le decisioni più appropriate
per assicurare l'uso in sicurezza del vaccino.

33. Entro quanto tempo si verificano le reazioni avverse dopo
somministrazione di vaccini antinfluenzali?
Le reazioni locali si manifestano generalmente entro i primi giorni
successivi alla vaccinazione.
Le reazioni sistemiche più frequenti (ad esempio malessere generale, febbre,
mialgie) si manifestano generalmente entro 6-12 ore dalla somministrazione
del vaccino ed hanno una durata di 1 o 2 giorni.

34. Possono verificarsi reazioni gravi dopo somministrazione di vaccini
antinfluenzali?
I vaccini antinfluenzali hanno un buon livello di sicurezza. Decine di
milioni di italiani hanno ricevuto con sicurezza i vaccini antinfluenzali
negli ultimi 40 anni e sono state condotte ricerche approfondite a sostegno
della sicurezza dei vaccini antinfluenzali. Un vaccino antinfluenzale è il
primo e il modo migliore per ridurre le possibilità di contrarre l'influenza
e diffonderla agli altri.
Alcuni studi hanno trovato una possibile piccola associazione fra vaccino
antinfluenzale e la sindrome di Guillain-Barré (GBS). Nel complesso, questi
studi hanno stimato il rischio di GBS dopo la vaccinazione in meno di 1 o 2
casi di GBS per un milione di persone vaccinate. Altri studi non hanno
trovato alcuna associazione. Anche GBS, raramente, si verifica dopo una
malattia influenzale. Anche se il GBS dopo una malattia influenzale è raro,
il GBS è più comune dopo la malattia influenzale rispetto alla vaccinazione
antinfluenzale.
Eventi gravi dopo somministrazione di vaccini antinfluenzali sono segnalati
tutti gli anni ma non è detto che ci sia una relazione causale con il
vaccino, spesso si tratta di eventi temporalmente coincidenti con la
vaccinazione

35. Quali sono le controindicazioni alla somministrazione del vaccino
antinfluenzale?
Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a:
· Lattanti al di sotto dei sei mesi (per mancanza di studi clinici
controllati che dimostrino l'innocuità del vaccino in tali fasce d'età). La
vaccinazione della mamma e degli altri familiari è una possibile alternativa
per proteggerli in maniera indiretta.
· Soggetti che abbiano manifestato reazioni di tipo anafilattico ad una
precedente vaccinazione o ad uno dei componenti del vaccino.
Una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, costituisce
una controindicazione temporanea alla vaccinazione, che va rimandata a
guarigione avvenuta.
Un'anamnesi positiva per sindrome di Guillain-Barrè insorta entro 6
settimane dalla somministrazione di una precedente dose di vaccino
antinfluenzale costituisce controindicazione alla vaccinazione. Una sindrome
di Guillain Barré non correlata a vaccinazione antinfluenzale e insorta da
più di un anno è motivo di precauzione; sebbene i dati disponibili siano
limitati, i vantaggi della vaccinazione antinfluenzale giustificano la
somministrazione del vaccino annuale nei soggetti ad alto rischio di
complicanze gravi dalla malattia (Da "Guida alle controindicazioni alle
vaccinazioni" NIV-ISS-Ministero della Salute).
False controindicazioni
· Allergia alle proteine dell'uovo, con manifestazioni non
anafilattiche
· Malattie acute di lieve entità
· Allattamento
· Infezione da HIV e altre immunodeficienze congenite o acquisite. La
condizione di immunodepressione non costituisce una controindicazione alla
somministrazione della vaccinazione antinfluenzale.
La somministrazione del vaccino potrebbe non evocare una adeguata risposta
immune.
Una seconda dose di vaccino non migliora la risposta anticorpale in modo
sostanziale.

36. Si può effettuare la vaccinazione in gravidanza?
La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata alle donne che si trovano nel
secondo e terzo trimestre di gravidanza proteggendo sia la mamma, riducendo
il rischio di ricovero almeno del 50%, che il bambino, riducendo
significativamente i casi di malattia e di otite nei primi due mesi di vita.
Nel primo trimestre di gravidanza, in assenza di condizioni mediche
predisponenti che rendano imperativa la vaccinazione antinfluenzale, questa
deve essere subordinata ad una attenta valutazione del rapporto rischio
beneficio da parte del medico curante.

A cura di: Direzione generale
della prevenzione sanitaria.