Parliamo di iva!

Da: La Stampa.it
Il possibile prossimo aumento dell'Iva - che, se non cambia nulla, dovrebbe salire al 23% a partire dall'ottobre 2012 - spaventa consumatori e imprese, che potrebbero venire colpite nella capacita' di tenere il ritmo del mercato. Ma, con precisione, cos'e' l'Iva, come funziona, perche' - secondo alcuni - un ritocco del 2% della sua aliquota puo' essere tanto rischioso?

Due punti percentuali da 567 euro annui

Se nulla fermera' i previsti aumenti dell'aliquota dell'Iva ordinaria, Confeserventi si aspetta ricadute pesanti sull'intera economia italiana. Nelle stime dell'associazione dei commercianti, l'Iva al 23% obblighera' le famiglie italiane a sopportare un carico medio aggiuntivo pari a 576 euro annuali (150 dei quali gia' scontati con l'aumento dell'aliquota iva dal 20 al 21%). Gli italiani, pero', non dovranno sopportare solo gli aggravi di spesa direttamente determinati dall'imposizione fiscale, ma anche quelli che da essa discenderanno indirettamente: secondo Confesercenti l'effetto inflazionistico dell'aumento dell'Iva portera' a una crescita dei prezzi al consumo vicina agli 1,5 punti percentuali.

Seriamente colpite dall'aumento dell'iva, secondo Confesercenti, sarebbero anche le imprese, soprattutto quelle di alcuni settori economici fondamentali per il Paese, come quelle del turismo, che risulterebbero fortemente penalizzate in un confronto su scala europea. Nel settore alberghiero, per esempio, l'aliquota Iva che si registra mediamente nell'Eurozona e' pari all'8,3%, mentre quella italiana si attestera' - in virtu' del decreto Salva Italia - al 12% (in rialzo dal 10%).

Cos'e' l'Iva?

Il termine IVA fa riferimento all'imposta sul valore aggiunto, ossia quella che tassa il valore aggiunto a ogni fase della produzione, scambio di beni e servizi ed e' presente in oltre 60 paesi.
Con il termine valore aggiunto ci si riferisce alla differenza tra il prezzo di vendita di un dato prodotto (bene o servizio) e il costo delle materie prime, ausiliarie e servizi utilizzati per la sua produzione. Esso rappresenta il valore aggiunto dall'impresa grazie all'intervento dei fattori produttivi di capitale e lavoro.
Nel 2006 la direttiva Ue n° 112, con l'obiettivo di rendere omogenea l'imposizione indiretta nell'Unione, ha fissato l'aliquota dell'IVA tra un minimo del 15% e un massimo del 25%.

Il funzionamento dell'IVA

L'IVA grava esclusivamente sull'incremento di valore che un bene o un servizio acquista ad ogni passaggio economico (il valore aggiunto), a partire dalla produzione fino al cliente finale.
Affinche' un'operazione sia assoggettata ad IVA devono sussistere tre condizioni:

- ci si deve trovare di fronte ad una cessione di beni o una prestazione di servizi (presupposto oggettivo);

- la cessione del bene deve svolgersi nell'esercizio di impresa, arte e professioni (presupposto soggettivo), motivo per cui le vendite tra privati non sono assoggettate all'IVA;

- le operazioni di cessione devono essere effettuate nel territorio dello Stato (presupposto territoriale).

Tra le principali critiche che vengono mosse all'Iva vi e' quella di gravare interamente sul consumatore finale, che non puo' esercitare il diritto alla detrazione.

Il soggetto passivo dell'imposta invece, l'imprenditore, attraverso un sistema di detrazione e rivalsa resta neutrale.

Pertanto il contribuente di fatto (consumatore finale), anche se non e' il soggetto passivo dell'imposta, ne sopporta l'onere economico, mentre il contribuente di diritto, che e' il soggetto passivo d'imposta, rimane neutrale.

Nel nostro Paese

Attualmente, l'aliquota IVA ordinaria in Italia e' pari al 21%, ma esistono beni e servizi in cui viene applicata una aliquota agevolata:

- 10% per alberghi, bar, ristoranti e altri prodotti turistici, determinati prodotti alimentari e particolari opere di recupero edilizio;

- 4% per generi alimentari di prima necessita', stampa quotidiana o periodica ed i libri, opere per l'abbattimento delle barriere architettoniche.

Nel decreto Salva Italia, come si accennava all'inizio di questo articolo, e' previsto che a ottobre 2012 l'aliquota ordinaria salga a 23% (con alcuni aumenti anche per le aliquote agevolate). Le strade per evitare in extremis tale aumento sembrano sempre meno praticabili.