Lettera aperta sull'omicidio dell'anziano disabile pugliese!

Genova, 6 dicembre 2019.

Prot.n.168.



Care amiche e cari amici,

dopo aver ascoltato ieri sera le conclusioni del giudice in merito all’omicidio Stano, pensionato disabile di Manduria (TA) mi sono preso alcune ore per far decantare la rabbia e infine mi sono deciso a scrivervi tutta la mia indignazione e quella delle persone che rappresento.

Quel tipo di decisione ha evidentemente deciso il costo della vita di un uomo, un disabile anziano costa 3 anni di lavori socialmente utili e quindi mi chiedo se oltre che anziano e disabile fosse stato di colore, extracomunitario o gay quale sarebbe stata la sentenza: forse un bonus in denaro o un viaggio premio !?

E’ incredibile con quanta leggerezza sia stata presa questa orribile vicenda dove una “persona” è stata torturata, picchiata e maltrattata per anni, le immagini sono state postate sui social Network e gli abitanti del paese hanno fatto tutti finta di non vedere e di non sentire girando la testa dall’altra parte e tappandosi le orecchie.

Sono molto preoccupato dell’andamento che sta prendendo la nostra società, dove tutti siamo abituati a lavarci la coscienza inviando denaro attraverso i numeri preposti per finanziarie varie, benemerite, onlus, ma non siamo capaci, o non vogliamo, ascoltare la sofferenza che c’è intorno a noi.

Il mio pensiero si rafforza purtroppo dai dati che arrivano sul maltrattamento delle donne, dei bambini e degli animali che è un pericoloso segnale di quanto sia malata la nostra Società.

Chiedo, anzi, chiediamo che le Istituzioni che ci rappresentano, la società civile e l’opinione Pubblica alzino la testa e lancino un grido di allarme e disdegno contro questa e a tutte le altre sentenze che vi somigliano perché si ponga fine ad una ingiustizia e in questo paese si ripristinino, oltre che lo Stato di diritto anche la certezza delle pene per crimini così efferati.

Lo stato, l’ente Regione Liguria e i Comuni si facciano promotori di azioni affinchè i cittadini, soprattutto quelli più deboli e le Associazioni che li rappresentano, siano tutelati e vengano rispettati i loro diritti e questo avvenga aldilà delle loro appartenenze politiche, di maggioranza o di minoranza.

Se ciò non avvenisse, da libero cittadino, mi chiederei se valesse ancora la pena andare a votare, perché non mi sentirei più ne rappresentato ne tutelato da chi per costituzione dovrebbe farlo.

Il contenuto di questa lettera rappresenta il pensiero del Consiglio Regionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e di tutte le persone con minorazione visiva da esso rappresentato nella nostra Regione.



Il Presidente Regionale UICI Liguria

Arturo Vivaldi



Pubblicato il 2019-12-06

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